Serie LIFE PAGES
Pagine. Pagine scritte e pagine ancora silenti. Pagine in attesa che la vita imprima il suo segno indelebile, le sue impronte ordinarie, ma uniche nell’irreversibilità del tempo, ma che instancabilmente recitano la poesia di sempre: l’eterno bisogno di poesia…il bisogno necessario di averne cura. Sovente nelle pagine dell’artista la scrittura non comunica nulla di verbale, ma la scrittura non è il linguaggio: ciò che vale è il segno, la calligrafia. Ricordo un termine usato da Pignotti nel riferirsi al lavoro di Anna Boschi: metonimia. Il significante ha sostituito il significato? Un segno si sovrappone all’altro permettendo uno slittamento del senso. La calligrafia si fa sutura, ferita, filo di Frisia. Cosa lega metonimicamente la linea contorta della scrittura con l’andamento accidentale della ferita e la sutura che la ricompone? E la dolorosa allusione al filo di Frisia? Le opere che vanno dalla fine degli anni Novanta ad oggi sembrano particolarmente coinvolte in questo gioco di rimandi. Sono opere di grande formato e di grande impatto visivo…a volte sono soltanto Appunti o Words. E’ Pignotti ad accorgersi di questa tendenza ad assiepare e stratificare scritture, esempio evidente dell’ordinario scorrere del tempo: i suoi sedimenti linguistici, ma ancora una volta il segno, la scrittura, la calligrafia si trasformano in ferita, in sutura… e oggi, con l’ausilio della garza, si aggiunge un velo atmosferico, una membrana, una “stanchezza” in piu’ nel racconto ancora leggero del dolore… (Piero Deggiovanni – dal catalogo “Scrittura-sutura: la narrazione del quotidiano in Anna Boschi” per la mostra presso la BIM-Biblioteca comunale di Imola del 2002)
Serie OMBRE / SHADOWS
Dalle pitture rupestri alla condivisione di immagini dei piu’ recenti devices nel palmo delle nostre mani, la rappresentazione iconica è senza dubbio la forma piu’ efficace della nostra comunicazione. Con la scrittura l’umanità si è avvalsa di una forma piu’ astratta e sequenziale di codificazione del pensiero. L’arte tra il XX e XXI secolo ha concepito una sintesi di questi due linguaggi raggiungendo una capacità evocativa complessa, capace di interagire con il contesto in maniera potente e intenzionale. L’esperienza di Anna Boschi in questo territorio liminale tra immagine e parola, tra scrittura e pittura, è esemplare…. Il leitmotiv del ciclo delle Scritture è la lapidaria chiarezza della parola. Epigrafi contemporanee, le opere si annodano in questa suite come i versi di una lirica esistenziale, come le frasi musicali di un poema sinfonico, come gli aloni segreti di quadri rimossi da vecchie pareti, come polaroid vivide che fermano per sempre attimi che, se sbiadiscono sulla carta emulsionata, restano indelebili nella nostra pertinace memoria…La sensibilità accorata di Anna Boschi si rivela piena di speranza, espressione di una profonda e autentica empatia con l’umanità, pronunciata con un equilibrio estetico e lirico che consente la perfetta intelligibilità del discorso. E come un’ombra profonda si segnala un senso ulteriore rispetto a quello dichiarato: una partitura quasi musicale si riflette nel perimetro simile a un’impronta riconoscibile… (Mauro Carrera, dal catalogo “Parole s/velate” per la mostra presso il Museo della Rocca di Riolo Terme-RA)
Silenziose presenze 1, 2006 cm 155×95 Tracce di un diario, 2006 cm 155×95 Tra ombra e luce, 2006 cm 155×95 Silenziose presenze 3, 2006 cm 155×95 Silenziose presenze 2, 2006 cm 155×95 Appunti di un sogno, 2006 cm 155×95 Messaggio in ombra, 2006 cm 155×95 Appunti di un momento, 2006 cm 155×95 SHADOW N. 2, 2005 cm 95×76 SHADOW N. 1, 2005 cm 95×76 SHADOW N. 3, 2005 cm 95×76 SHADOW N. 4, 2005 cm 95×76 SHADOW N. 5, 2005 cm 95×76 “PAROLE S-VELATE “- Museo della Rocca di Riolo Terme-RA, 2016