RIGUARDANTI PROGETTI E RELATIVE MOSTRE DAGLI ANNI NOVANTA AD OGGI
Quando l’arte viaggia per posta…
Nel 1992, in alcune note relative alla mostra “30 Anni di Arte Postale (Mail Art) in omaggio a Ray Johnson” – con esposizioni a Bologna, Spoleto e Milano -, scrivevo che in quell’anno si erano aperte le frontiere europee, ma alla Mail Art andava riconosciuto il merito di averle aperte internazionalmente ben trent’anni prima, proprio quando un geniale e trasgressivo artista americano – RAY JOHNSON – pensò di darle un indirizzo autonomo, estrapolandola dal movimento FLUXUS, sorto negli Stati Uniti nel 1958 e al quale lui stesso aderiva, movimento che comprendeva tra i suoi aspetti anche questa forma espressiva le cui radici affondavano nel Futurismo (carte postali di Balla, Cangiullo, Marinetti ecc.), nel Dadaismo (vedi Kurt Schwitters e il poeta Tristan Tzara), in alcune operazioni di Marcel Duchamp e Yves Klein (alcuni ritengono addirittura che la storia dell’arte postale inizi già con l’emissione in Austria della Corrispondenz Karte dell’Imperial-regia Amministrazione – 1° ottobre 1869), ma non era ancora definita Mail Art.
Eravamo nel 1962. Ray Johnson, dopo aver inviato i suoi lavori per posta in tutto il mondo (da citare particolarmente gli “Add to and return to”), fondò per parodia la New York Correspondence School of Art, (termine coniato scherzosamente da Edward Plunkett) divenuta presto New York CorresponDance School of Art (quasi a sottolineare una “danza” postale), in risposta ad una Scuola di Espressionismo astratto per corrispondenza, esistente allora a New York e che lui osservava con occhio ironico. In questa scuola “virtuale” (anche in questo è stato un anticipatore), Johnson raccoglieva gli elaborati dei corrispondenti con i quali comunicava tramite il media postale e che rappresentavano simbolicamente gli studenti. Di conseguenza buste, timbri,francobolli, adesivi ecc. diventarono parte integrante di questo tipo di comunicazione. Ci fu immediata risposta a questa fantastica e originale iniziativa e si formo’ presto una rete artistica internazionale dove ogni corrispondente cercava di sviluppare un proprio linguaggio con i suddetti mezzi.
Nasceva così la MAIL ART, aprendosi le frontiere internazionali con il superamento delle distanze geografiche-culturali-ideologiche. In breve tempo raccolse le più ampie adesioni anche di artisti come Rauschenberg, Yves Klein, Ben Vautier, Joseph Beuys, Dick Higgins, June Nam Paik, Daniel Spoerri e in cinquant’anni si è formato un vero network internazionale che comprende artisti di tutte le Nazioni del mondo e ruota intorno al pianeta con richieste di partecipazione a progetti sociali, politici, ludici, di attualità, contatti personali e di gruppo, collaborazioni, scambi, ecc.. Un’affascinante attività artistica che fa della Mail Art un “international networking circuit” forte di creatività e libero nella espressione.
Quindi, come specificato sopra, RAY JOHNSON ha l’assoluto merito di aver generato il network ‘democratico’ della MAIL ART.
Però questo termine, quando lo si pronuncia, desta sempre il consueto interrogativo: che cos’è la Mail Art? Cosa significa fare Mail Art? Di fronte a questa definizione si avverte spesso nell’interlocutore una reazione non sempre positiva, come se per lui fare Mail Art fosse partecipare soltanto ad un “gioco” collettivo, intrigante, appassionato, ma pur sempre un “gioco”.
Invece la Mail Art (Arte Postale) è un circuito artistico internazionale multimediale che ha caratterizzato il XX° secolo al di fuori dei canali tradizionali dell’arte, un network che coinvolge operatori culturali di tutto il mondo i quali, utilizzando la Posta, inviano le loro opere per aderire a progetti internazionali a tema, senza alcun condizionamento di critica e di mercato, quindi con un’arte assolutamente svincolata da mode e da concetti pre-costituiti, ma al contrario totalmente libera ed espressa tramite la tecnica e la poetica che contraddistinguono ogni artista. E’ una coinvolgente forma di comunicazione artistica che si sviluppa in vari modi, dallo scambio gratuito e reciproco di opere ai “progetti a tema”, dai contatti internazionali ai convegni, agli incontri durante i quali gli artisti propongono installazioni, performances ed azioni poetiche.
Esistono tante anime nella Mail Art e certamente esiste anche l’anima ludica e sottilmente ironica, nello spirito intelligente e caustico del provocatorio e compianto artista Ray Johnson, ma – come dice il networker filosofo belga Guy Bleus – la Mail Art implica un’armonia con il mondo esterno, l’amicizia con le altre persone, la comprensione della loro umanità, l’accettazione del mondo ed una profonda gratitudine nei confronti dell’intero universo….”. Tra tutte queste anime, ai primi posti spiccano in modo preminente quella sociale, politica e solidale e ne sono prova i numerosi progetti che circolano nel mondo dedicati alla Pace, ai diritti umani, alla lotta contro i soprusi. Gli artisti e i poeti che praticano la Mail Art donano la loro opera per lanciare un messaggio, per far sentire la loro voce in questo mondo di differenze e di indifferenza.
Attorno a questo “movimento” esiste però ancora una grande confusione. Quando qualcuno si trova per la prima volta di fronte ad una mostra di Mail Art, è inevitabile che gli sfugga sempre la stessa frase:”Ma io credevo che la Mail Art fossero soltanto cartoline!” Invece la definizione Mail Art (arte postale) nasce dal fatto che è la posta il media che permette la circolazione e lo scambio di qualsiasi opera eseguita con qualsiasi tecnica e le dimensioni non hanno limiti, se non quelle “postabili”. Sono cartoline se l’artista ama esprimersi in quella dimensione e possono essere francobolli d’artista, libri d’artista, copy-art, fotografie se l’artista/ mailartista è solito operare in quel determinato contesto.
Nel network circolano moltissimi progetti relativi agli ARTISTAMPS e agli ART-BOOKS, veri gioielli di concettualità, linguaggio e fantasia. Inoltre, non sempre gli artisti aderiscono al progetto con una interpretazione a tema, spesso inviano un’opera relativa alla loro personale ricerca, coscienti però di far parte di questo abbraccio universale. Ed anche questo rientra nello spirito della Mail Art.
Quindi due semplici parole : MAIL = POSTA, ART = ARTE,. Non solo cartoline, ma arte che viaggia per posta, per raggiungerci, per stabilire contatti, per comunicare pensieri, programmi, progetti presenti e futuri, per condividere, per provocare, per denunciare, per “giocare” all’insegna della creatività e della poesia. Tutto questo e ancora di piu’…….. Naturalmente i mailartisti, utilizzando il mezzo postale, si cimentano in qualsiasi disciplina dell’arte contemporanea e la Mail Art si alimenta di vitalità artistica continua che la rende sensibile contenitore di idee originali e innovative.
E’ un network che, pur superando il trittico “galleria-critico-mercante”, quindi volutamente al di fuori dei canali ufficiali, ha fortemente interessato e interessa oggi ancora di piu’ Istituzioni, Comuni, Università e Musei che si stanno attivamente interessando al suo fenomeno, sia dal lato socio-politico che da quello storico, in previsione di poterla ufficializzare.
Mail Art è arte comunicata, Mail Art è arte donata, perché le opere restano a chi ha organizzato l’evento. Per fare Mail Art la generosità è d’obbligo. Ogni piccola opera è grande per l’anima che contiene e viene lasciata ad altri con sentita partecipazione e fraternità.
Questi altri conservano le opere con attenzione e considerazione, e nascono così numerosi archivi privati colmi di interessanti opere/idee e di energia creativa, con funzioni di raccolta, studio, analisi, ma anche come punto di ridiffusione del fenomeno con mostre, pubblicazioni, invio di documenti, spazi alternativi ecc.
Anche nella personale opera di ogni artista, la Mail Art dona sempre qualcosa, riempiendo quei “vuoti” a cui lo stesso sovente puo’ andare incontro. E’ un contenitore di sentimenti e creatività che dona continuamente all’artista stimoli, idee, emozioni, sorprese, interrogativi ….
Naturalmente negli ultimi tempi l’evoluzione tecnologica ha fortemente coinvolto anche la Mail Art, perché la comunicazione è stata molto facilitata. Sono sorti infatti in Internet moltissimi archivi dai quali è possibile attingere informazioni, venire a conoscenza dei progetti che circolano, degli incontri, dei simposi e dei Festivals organizzati in tutto il mondo in cui, oltre alle mostre e alle installazioni, avvengono dibattiti, performances ed azioni poetiche. Tutto questo è stato un ulteriore importante stimolo ad aderire a questo circuito e ne è prova l’aumento di interesse anche da parte delle varie Istituzioni.
Naturalmente anche la Mail Art , con la stagione sperimentale dell’arte visiva attraverso i media elettronici, ha avuto una sua naturale trasformazione in e-mail art, con progetti su questo specifico tema, perché trattandosi di “arte comunicata” non deve necessariamente essere un manufatto da spedire via “mail”, ma può essere trasmessa anche con qualsiasi altro mezzo di comunicazione: computer, fax, CD, CD-R. DVD ecc. Ho però notato che, dopo una fase sperimentale di invio tramite E-mail art, molti artisti che operano nel vero spirito della Mail Art non hanno rinunciato al piacere di realizzare un’opera originale e al suggestivo fascino del manufatto e vi è stata quindi una totale ripresa delle partecipazioni tramite posta.
Alla luce degli eventi avvenuti in questi ultimi anni, tra i piu’ significativi il “DADAWEEK” – un meeting sul rapporto tra Dada-Fluxus-Mail Art Internazionale organizzato a New York dalla Ragged Edge Press e Bay Area Dadaist, in occasione del DADA al MOMA di New York, la mostra DADADA al Castello Visconteo di Pavia, a cura di Achille Bonito Oliva, in cui tra i neo-dadaismi figura a pieno titolo la Mail Art con la presenza delle opere di Ray Johnson e dell’artista dell’autostoricizzazione Guglielmo Achille Cavellini, , nonché l’avvio del nuovo ciclo di attività del Civico Museo della Mail Art di Montecarotto (AN), in collaborazione con la Mediateca delle Marche e il Museo Comunale d’Arte Moderna e dell’Informazione(MUSINF) di Senigallia, oggi credo si possa affermare che la Mail Art sia da considerarsi parte del circuito ufficiale dell’arte, e ne sono prova anche le acquisizioni di opere mailartistiche da parte di Gallerie d’Arte Contemporanea.
Anna Boschi